McNabb-Shanahan
un matrimonio fallito prima di cominciare
Non è stato un anno facile per i Redskins. Shanahan, giunto com'è naturale che sia visti i trascorsi a Denver, tra grandi aspettative, si è trovato a fare i conti con giocatori rinomati che ne hanno tuttavia mal digerito i metodi di lavoro. Su tutti, Albert Haynesworth (ne abbiamo scritto in post precedenti) e Donovan McNabb. Quelle che avrebbero dovuto essere, nelle intenzioni della dirigenza e del tecnico, le colonne portanti della rifondazione Redskins (quanto meno nel breve periodo vista la loro età), si sono rivelate problemi per la squadra. Oggi, per la prima volta da tempo, l'agente di Mcnabb e Shanahan hanno avuto una "great conversation", così ha testualmente riferito Shanahan, il quale tuttavia ha aggiunto che le parti "lasceranno che le cose prendano cura di loro stesse". Parole eloquenti che tuttavia non suonano sorprendenti: il rilascio di McNabb giunge infatti all'esito di una stagione in cui tra il QB ed il proprio coach è radicalmente mancata sintonia al punto che Shanahan (tra il malumore dei restanti giocatori) nella scorsa stagione, a dicembre, ha persino lasciato in panchina il QB starter (annunciando la mossa pubblicamente) in luogo del meno rinomato Grossman, dopo che, solo un mese prima, a novembre, nell'incontro con i Lions, aveva sostituito Mcnabb ad 1:50 dalla fine, giustificando poi la sostituzione sulla base della "convinzione" che Mcnabb fosse meno adeguato di Grossman ad affrontare i minuti finali di gioco (la scelta fu al punto clamorosa che da parte di taluni venne persino avanzato il sospetto che Shanahan fosse "razzista" dal momento che con un QB bianco mai, si disse, si sarebbe azzardato a comportarsi in quale modo).
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