Ciò che rende affascinante il draft è, tra le altre cose, la possibilità, tutt'altro che rara, che un "late round pick" possa esplodere tra le mani del team che l'ha scelto, cambiandone, per decenni, il destino. E' successo molte volte, talvolta in maniera persino clamorosa. Per unanime consenso, il più incredibile dei casi si è verificato con uno dei migliori QB di ogni tempo: Tom Brady. E' bene precisare che le difficoltà di individuazione, nel draft, delle potenzialità di un giocatore è circostanza del tutto naturale stante la giovane età dei giocatori (un'età in cui spesso e volentieri il giocatore si trova in fase di "sviluppo" sportivo) ovvero la circostanza per la quale, nel college di riferimento, ha trovato poco spazio ovvero, ancora, si è trovato a giocare con schemi di gioco differenti da quelli utilizzati in NFL e tali da far dubitare del fatto che il prospect possa adattarsi/essere sviluppato al mondo professionistico. Torniamo a Tom Brady: nella sua carriera, oggi ancora all'apice, ha già lanciato per più di 34.000 yards per un totale di 261 touchdowns, venendo selezionato 6 volte per il probowl e vincendo tre volte il super bowl ove, peraltro, per due volte, è stato nominato MVP.
Per la cronaca, Tom Brady prese parte al draft dell'anno 2000 e venne scelto, al sesto round, in posizione n. 199. Per ben 199 volte i teams non si accorsero di chi Tom Brady era/avrebbe potuto essere.
Se ad aprile non vi scelgono, fatevene una ragione.
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