TOMMY KANE |
Continua la rassegna dei più cattivi di sempre in NFL, inaugurata ieri con O.J. Simpson sulla scia delle notizie relative alla presunta partecipazione di Brandon Meriweather, DB dei Patriots, ad una sparatoria in Florida. Il secondo posto nella speciale -inquietante- classifica spetta a Tommy Kane dei Seattle Seahawks ed, in seguito, dei Toronto Argonauts. Il giocatore ebbe una carriera estremamente breve dal momento che, a causa di numerosi infortuni, durò soli 4 anni. In genere, nel corso della propria carriera professionale (lo diciamo a parziale discolpa di quanto viene di seguito riferito) venne apprezzato come uomo e come giocatore. Fu quel che successe dopo, tuttavia, a segnarne per sempre il destino e la fama. Nel corso del 2003, Kane cominciò, talvolta, ad insinuare la possibilità di togliersi la vità e, di lì, le cose, in qualche modo, andarono peggiorando. A causa della propria dipendenza da droghe, accadde infatti che il giocatore divenne molto fragile e, purtroppo, scaricò le proprie debolezze sulla persona sbagliata, la moglie. Un giorno, in Quebec, sua moglie (all'epoca 35enne) arrivò a casa della madre di Kane per prelevarlo e portarlo alla clinica di riabilitazione dalle droghe quando, all'improvviso, accadde l'impossibile. Kane sbottò riferendosi ad un possibile divorzio e, a seguire, afferrò la moglie per i capelli, sbattendole la testa più volte sul pavimento, colpendola con pugni sul volto ed, infine, accoltellandola alla gola. Nel processo che ne seguì, Kane ammise d'essere colpevole di omicidio e venne condannato a 18 anni di carcere. La pena venne in parte ridotta in ragione delle depressione e della dipendenza da droghe che il processo accertò sussistere. Un atto di violenza tra i peggiori nella storia dell'intera NFL con protagonisti giocatori professionistici, spesso accostato al caso O.J. Simpson, per quanto meno celebre data la minor brillantezza della carriera di Kane. Qualcosa di terribile. Ma accadde, per vero di peggio, per quanto possa apparire incredibile. E' la posizione n. 1, che sveleremo domani.
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